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Richard Bach - Prefazione de Il Libro Ritrovato

L’ultima volta che vidi questo libro fu quando lo buttai via.

Era la Guida del Messia che mi aveva dato Donald Shimoda, e l’avevo utilizzata proprio come spiegato in Illusioni: “Pensa intensamente alla tua domanda, chiudi gli occhi, apri il libro a caso. Poi apri gli occhi e leggi la risposta”.

Aveva sempre funzionato: la paura si dissolveva in un sorriso e i dubbi si scioglievano in un istante. Ero affascinato e rapito dalle pagine di quel libro.

Così, quella notte buia lo aprii fiducioso. “Perché il mio amico Donald Shimoda, che aveva così tanto da insegnarci, doveva morire di una morte così assurda? Perché?”

Aprii gli occhi e lessi la risposta: “Ogni cosa in questo libro può essere sbagliata”.

Ricordo che fui accecato dalla rabbia e dalla disperazione: io vengo qui a cercare aiuto e questa è la risposta? Scagliai il libro lontano, con tutta la forza che avevo. Le pagine svolazzarono tremolanti sopra quell’anonimo campo di fieno dell’Iowa, mentre il libro sembrava precipitare al rallentatore verso le erbacce. Non rimasi a guardare dove andò a cadere.

Volai via da quel campo e non vi tornai mai più. La guida se n’era andata per sempre, insieme a quella pagina dolorosa e senza senso che mi aveva ferito a morte.

Vent’anni dopo, un editore ricevette un pacchetto destinato a un autore. Il pacchetto era accompagnato da un biglietto:

Caro Richard Bach, ho trovato questo libro mentre aravo il campo di soia di mio padre. Una volta quel campo era un terreno messo a fieno, e mio padre mi ha raccontato che un giorno lei ci è atterrato sopra insieme a un uomo che si diceva facesse i miracoli e che poi è stato ucciso. Pensi che, nonostante il terreno venga arato e dissodato una volta all’anno, il libro è ricomparso solo ora. E’ rimasto sepolto per un bel pezzo. Ho immaginato che fosse suo e, visto che tutto sommato è ancora in buone condizioni, nel caso che lei fosse ancora al mondo ho pensato di farglielo riavere.

Non era indicato il mittente. Sulle pagine, oltre ai grumi di terra, c’erano le mie ditate lasciate con l’olio del motore di un vecchio biplano. Sfogliando rapidamente, caddero alcuni fili d’erba. Ora che la rabbia era svanita, rimasi a lungo con il libro in mano a ricordare.

Ogni cosa in questo libro può essere sbagliata. E fin qui ci siamo. Tuttavia questo non significa che non possa essere anche giusta. Ma stabilire ciò che è giusto o sbagliato non spetta certo a un libro. Sono io l’unica persona in grado di dire che cosa è vero per me. Sono io il responsabile.

Mentre scorrevo le pagine, mi chiesi se il libro fosse proprio lo stesso che avevo gettato via quel giorno. Chissà se era rimasto lì, sepolto, a riposare, oppure se i suoi messaggi erano cambiati per i lettori del futuro.

Alla fine, chiusi gli occhi, strinsi ancora una volta il volume e gli chiesi: “Mio caro bizzarro e misterioso libro, perché sei tornato?”

Lo sfogliai un attimo, aprii gli occhi e lessi: “Ogni incontro e ogni avvenimento della tua vita accadono perché sei stato tu a volerli. Cosa desideri farne dipende da te”.

Sorrisi. E questa volta non gettai via il libro, ma decisi di tenerlo.

Ora, invece di chiuderlo in un cassetto, ho scelto di aprire tutte le sue pagine per voi, in modo che possiate sempre ascoltare il suo sussurro.

Questo libro contiene alcune idee presenti in altre mie opere: ci sono spunti da Illusioni, Uno, Il gabbiano Jonathan Livingston, Sulle ali del tempo e Le storie dei furetti. La vita di uno scrittore, come quella di un lettore, è fatta di finzione e realtà; è quasi-accaduta, ricordata-a-metà e sognata. La parte più piccola del nostro essere è la storia che gli altri possono verificare.

Eppure finzione e realtà sono amiche, e alcune verità si possono dire solo attraverso il linguaggio dei racconti.

Per esempio, Donald Shimoda, il mio Messia riluttante, è una persona reale, anche se, a quanto ne so, non ha mai avuto un corpo e nessuno ha mai sentito la sua voce. Ugualmente reale è Furetta Stormy che, ai comandi del suo mini-aereo cargo, attraversa una terribile tempesta per portare a termine la propria missione; allo stesso modo, è reale Furetto Harley che non esita a gettarsi in mare a notte fonda per salvare l’amico. E, come loro, sono reali tutti quei personaggi che mi hanno fatto vivere.

Ma basta spiegazioni. Prima di portarvi a casa questo libro, assicuratevi che la copia che avete in mano funzioni.

Pensate intensamente a una domanda. Ora chiudete gli occhi e aprite il libro a caso.

Richard Bach

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